Tuber mesentericum Vittadini

Oggi parliamo del Tuber mesentericum Vittadini, che in Italia è conosciuto con i nomi di tartufo nero ordinario, rapetti o tartufo di Bagnoli, per la zona in cui era più frequente trovarlo. Si tratta di una specie dalle caratteristiche peculiari, ma non tali da farlo entrare nel novero di quelli considerati pregiati, quanto del mero "renderlo particolare".

Il corpo fruttifero del Tuber mesentericum si presenta globoso in maniera quasi sempre regolare, con spesso un'evidente escavazione alla base, che lo rende facilmente distinguibile. La grandezza si  attesta in quelle medie, circa del diametro di un mandarino.

Il peridio si mostra di un colore nero deciso, talvolta tendente al corvino, mentre le verruche, per quanto molto fitte, sono piccole (in media 2-4 millimetri di larghezza) e d'aspetto esagonale. La gleba, invece, ha colori più tenui, dal biancastro al bruno-scuro, sempre con venature bianchicce che, se presente, partono a raggiera dall'introflessione basale.

L'odore è molto forte e caratteristico, talvolta bituminoso, quindi non sempre gradevole all'olfatto. Gli aschi contengono spore in basso numero, in genere da 1 a 3, più raramente 5, e queste si presentano di color bruno chiaro, di forma alveolata-reticolare.

Possiamo trovare il Tuber mesentericum Vittadini in zone particolari, trattandosi di un tartufo che cresce spontaneamente nelle zone più meridionali, ma allo stesso tempo a quote molto elevate; si parla di 1600 metri circa, sopra il livello del mare, spesso in micorriza con il faggio. Oltre a questa pianta, tende a sviluppa la simbiosi micorriza anche con querce, noccioli, betulle e aceri.

Il periodo di maturazione va dai mesi tra settembre e tutto aprile, trovandosi quindi a coprire, come estensione, quella zona intermedia tra il tuber nigrum e il tuber aestivum.

Seppur stiamo parlando di un tartufo non tra i più pregiati, dimostra comunque valide qualità e particolarità, tanto che alcuni tartuficoltori ne hanno sviluppato la coltivazione.

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