Tuber macrosporum Vitt.

Questo tartufo di piccole dimensioni ma eccellente qualità (conosciuto anche con il nome volgare di tartufo nero liscio) è entrato tardi tra quelli commercializzabili in Italia, poiché non era contemplato tra le specie consentite dalla legge del luglio 1970 che regolava la raccolta e la vendita nel nostro paese. Ancora in tempi più recenti è capitato che venga commercializzato come tuber nigrum.

Il corpo fruttifero globoso o di forma tubercolata non spicca mai per le dimensioni, infatti raggiunge al massimo la grandezza di un uovo, negli esemplari più sviluppati. Il colore è una particolare tonalità di ruggine-nerastro o biancastro bruna che lo rende ben distinguibile, e le cui verruche irregolarmente presenti hanno forme poligonali piccole e schiacciate, che lo rendono simile al naso di un cane. Anche l'odore del tuber macrosporum è caratteristico, perché forte e dall'afrore agliaceo, quasi simile a quello del più pregiato tartufo bianco. A livello microscopico, contenute dagli aschi sub-globosi e sub-peduncolati grandi 70-140 x 70-110 micrometri, possiede spore di grandi dimensioni, sempre di color rosso-bruno, il cui numero non abbondante varia da 1 a 3.

Il tuber macrosporum è presente soprattutto in Europa ma anche in America boreale. Nel territorio italiano lo si può trovare un po' in tutte le regioni. Per lo sviluppo predilige la simbiosi con roverelle, salici, querce, betulle, pioppi, ontani e carpini, mostrando di avere delle esigenze simili a quelle del tuber magnatum, ma tollerando molto meglio la siccità. Invece non si trova mai negli ambienti in cui cresce il tuber melanosporum. Anche il periodo di maturazione si sovrappone a quello del magnatum, coprendo i mesi tra settembre e tutto dicembre, presentando nella buca in cui cresce diversi esemplari di taglia variabile, ma mai troppo grandi.

Trattandosi di una specie di tartufo di ottima qualità, la coltivazione è possibile e spesso attuata per la commercializzazione.

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